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Simy, il gigante venuto dalla Nigeria per salvare il Crotone

Redazione

C’è chi crede nel fato, nel destino, chi nella coincidenza, oppure chi crede che nulla avvenga per caso.

La storia di Nwankwo Simy ed il Crotone ha un qualcosa di magico, di diverso rispetto alle classiche storie. Perché se è il nigeriano ad aver preso per mano i rossoblu in questo periodo, un motivo  c’è, certo non sta avvenendo per caso.

Da una parte Simy, il gigante buono, che nasce in una terra difficile come la Nigeria e che nel calcio cerca il suo riscatto morale, il suo pass verso la libertà, verso una vita  migliore.

Dall’altra il Crotone calcio, compagine espressione di un territorio altrettanto  difficile, troppe volte bistrattato, mai considerato e che – grazie al calcio – trova il suo parziale riscatto o quantomeno si fa conoscere, in un Paese che, fino a pochi anni fa neanche sapeva dove fosse, Crotone.

Eppure questa cittadina calabrese di storia ne ha e pure parecchia. Un pò come Onitsha la città natale della “gazzella ” Simy: importante centro commerciale oggi, potente città del popolo Igbo, un tempo, uno dei più grandi gruppi etnici africani,  per un totale di circa 30 milioni di persone.

Una tribù dotata già millenni fa, di due sistemi matematici ed una sorta di prestito bancario.

È da lì che arriva Nwankwo, già, nome che ricorda un altro calciatori nigeriano, Kanu.

Ma tornando a noi, Simy all’età di 16 anni inizia nel Guo Football Club, squadra della stessa Onitsha.

Ma come abbiamo detto, per lui il calcio deve rappresentare la via d’uscita e così è, perché dopo una sola stagione – la Portimonense, club portoghese – con il suo team di talent scout, scopre il gigante buono e decide di accaparrarselo.

Il giovane Simeon, a soli 17 anni, si ritrova in una terra sconosciuta a dover imparare una nuova lingua.

Crediamo non sia stato affatto facile, ma lui ha fame e voglia di arrivare e dunque non si scoraggia, d’altronde in Paesi come la Nigeria si cresce prima, c’è bisogno di maturare prima, di diventare uomini anche in età adolescenziale.

Dopo un anno nelle giovanili Nwankwo esordisce in prima squadra e nel biennio 2011-13, realizza 19 reti in 68 presenze, prima di lasciare club e Secunda Liga per approdare al Gil Vicente, club che in quel momento milita in Primera Liga,  la serie A portoghese.

Tre le stagioni in maglia rossoblu (a dispetto della maglia biancorosso, i colori sociali del Gil Vicente,  sono il rosso ed il blu) per un totale di 88 presenze e 29 gol, 20 dei quali, gli permettono di diventare capocannoniere della Secunda Liga,  l’ultimo anno.

Fin quando poi il 21 luglio 2016, approda in Calabria.

Il resto è storia. Storia di un ragazzo che – arrivato in punta di piedi – ha piano piano aspettato il suo momento, dimostrandosi già indispensabile la scorsa stagione, quando con i suoi gol ha pesantemente contribuito alla salvezza.

Storia di un ragazzo semplice che parla e continua a studiare italiano, storia di un gigante buono che ha preso sulle sue larghe spalle questa squadra e forse se lo sentiva quando – a gennaio- non volle cambiare aria.

Storia di un’intera città che deve chiedere scusa a lui ed ai dirigenti che lo hanno acquistato.

Storia e basta. Perché  – se come detto in precedenza- Kroton, di storia ne ha da vendere, lui, Simeon da Onitsha, ha continuato a scriverla questa storia.

Con il suo gol alla Juventus è entrato di diritto negli annali e resterà nei ricordi di ogni tifoso rossoblu, i quali un giorno racconteranno la storia di Simy, il gigante buono venuto dalla Nigeria per salvare il Crotone.

Roba da far drizzare i peli anche all’imponente tribù Igbo!

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