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ASP di Catanzaro sciolta per mafia, la riflessione della Cgil Area Vasta di CV-KR-VV

Redazione

Chiunque ora dicesse:” lo sapevamo, lo avevamo previsto”, finirebbe con il cadere nella totale autoreferenzialità. Esistono altresì uno o più “però” che vanno ribaditi da chi da sempre si batte sul fronte delle regole condivise con senso di appartenenza. L’ASP di Catanzaro, sciolta per infiltrazione mafiosa, ci ha visto sempre, come sindacato e come semplici dipendenti, in prima linea a difesa della sanità e del diritto alla salute. Diventa fondamentale si sappia che questo territorio, all’attenzione nazionale per fatti di così elevata gravità, è anche soprattutto un comprensorio dove esistono tantissime professionalità di alto profilo in grado di imprimere una svolta radicale a tutto il sistema e che, viceversa, per tale loro posizione, sono da sempre emarginati. Non sarà un caso se, sul totale del debito accumulato, gran parte dello stesso sia legato a fatti che nulla o quasi condividono con le necessità sanitarie e con le prestazioni correlate. E’ questo dunque un momento in cui bisogna esser chiari e non ricorrere a virtuosismi dialettici che da sempre caratterizzano la Calabria e il suo “sistema di potere”. Lapalissiane sono le responsabilità politiche di chi ha governato la regione in quest’ultimo quinquennio. E’ stato per la sanità calabrese e, in particolare, la provincia vasta di nostra competenza, un quinquennio CATASTROFICO, le cui colpe sono TUTTE in capo al gestore regionale, lo ripetiamo senza giochi di parole. Per quanto all’ASP di Catanzaro poi, basti qui ricordare le tante battaglie condotte su  dinamiche specifiche in cui, alla richiesta di spiegazioni per iscritto al management aziendale, giammai ha fatto seguito risposta. Sono almeno un centinaio le osservazioni da noi mosse su delibere e determine che non hanno ricevuto risposta e che, in taluni casi, hanno avuto come seguito esposti alle competenti autorità. Su queste e su altre specificità quali le contrattazioni decentrate delle varie categorie di lavoratori ASP, impegniamo fin d’ora la triade commissariale che si sta insediando, a convocazione tematica. Vieppiù quanto agli annunciati tumulti che, il nuovo corso legato al cd. Decreto Calabria, avrebbe dovuto determinare e che viceversa, ad oggi, non sembra sortire alcun effetto sulle aziende che insistono su questo territorio, anzi, induce un’agonia senza precedenti perpetuando lo status ante. Anche questo va detto senza meno. Siamo testimoni di un crollo strutturale che minaccia la sanità dell’intero comprensorio mai vissuto in precedenza. L’attuale situazione ha precipitato tutto in un caos primordiale dove, nella logica assurda del “si salvi chi può”, sono saltati tutti i criteri di gestione e programmazione di base idonei a garantire un minino di funzionamento degli apparati. Naturalmente tanto si verifica senza che le reali dicotomie che inducono malasanità ed aumento esponenziale del debito siano minimamente intaccate. Veniamo nello specifico: l’ASP di Catanzaro si trova immersa in una situazione di entropia massima giammai esistita in precedenza. Vero è che tal nocumento nasce da lontano, perlomeno dall’ultimo anno della precedente gestione, ma, ad esempio, ultimamente sembra quasi che le reali necessità di personale delle strutture, siano gestite “a braccio” ed in modo indipendente dalla classificazione delle stesse e dai reali bisogni che a queste non possono non soggiacere. Praticamente vi è una corsa a chi la spara più grossa e, su questa, l’azienda si adatta a procedere. E’ evidente che vi siano delle carenze di personale in molti settori, ma non è possibile prescindere e non legare le stesse alla capacità del management di fare la programmazione necessaria partendo dal personale esistente e dal suo reale utilizzo in mansioni confacenti al profilo di assunzione. Per cortesia non ci si venga a dire che un controllo di questo tipo non è possibile. Tal guisa pone, come conseguenza logica, la domanda su come e in che misura il Commissario ad Acta e il Sub Commissario stiano realmente incidendo sulle dinamiche sanitarie calabresi. Anche per questa considerazione valga quanto citato in precedenza: non vogliamo più sentirci rispondere che bisogna aver pazienza o che siamo stati per anni in balia del nulla e quindi qualche mese in più di “caos” è giustificabile. BASTA COSI’. Come calabresi e come sindacalisti in prima linea nella difesa del SSR e nella denuncia delle sue deviazioni non ACCETTIAMO DA NESSUNO ALTRE RISPOSTE DI QUESTO TIPO o atteggiamenti di sufficienza. L’ex ministro Grillo ha avuto il tempo necessario per fare ciò che avrebbe dovuto e lascia al nuovo ministro una pesante eredità: disporre quanto previsto dal Decreto Calabria con immediatezza, magari anche apportando gli aggiustamenti necessari. Chiediamo inoltre la convocazione della conferenza dei sindaci aperta alle forze parlamentari espressione della Calabria e alle forze sociali. I tanti professionisti capaci che lavorano in aziende difficili come l’ASP Cz   hanno il diritto pieno alla tutela del loro lavoro e della loro dignità in virtù dei fatti e del loro operare quotidiano. Non accetteremo di essere accomunati in un disegno generalista con chi di tali nefandezze si è reso protagonista.

 

 

 

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