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Non solo oggetti, anche internet si può riciclare

Redazione

Non solo lattine, bottiglie e scarti alimentari. Il riciclo ora tocca anche l’universo delle cose immateriali partendo da uno dei suoi simboli: internet. Potere della sharing economy, l’economia condivisa, che arriva a sfruttare tutto ciò che non viene usato durante la giornata e, oltre a ottimizzare le risorse, fa un favore all’ambiente.

L’idea è di Cubbit, un startup italiana che alla Maker Faire – la fiera degli artigiani hi-tech in corso a Roma – preannuncia una campagna di raccolta fondi.

Frutto dell’idea di quattro giovani bolognesi, con competenze che spaziano dall’informatica alla fisica, la tecnologia nasce da una semplice constatazione: nelle case ci sono connessioni wi-fi che per un’ampia parte del tempo non sono usate. Qui interviene Cubbit, con una scatolina dotata di hard disk che si collega al modem.

L’utente che la installa ottiene in cambio uno spazio di archiviazione illimitato nel cloud. Al contempo, ogni dispositivo connesso diventa parte di un data center distribuito con cui la startup potrà offrire alle imprese servizi web a prezzi competitivi: “La metà del prezzo rispetto al principale rivale – spiegano i fondatori all’ANSA – e con standard di privacy di livello militare”.

L’uso di questa tecnologia distribuita consente di ridurre l’impatto ambientale rispetto ai normali data center. “Ogni 200 GB di dati salvati su Cubbit invece che su un cloud tradizionale – sottolineano i ragazzi – si risparmia l’equivalente del consumo elettrico di un frigorifero”.

Per portare nelle case l’idea, già finanziata dall’Ue con i fondi per lo sviluppo di tecnologie green, a fine novembre Cubbit lancerà una campagna online di crowdfunding.

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