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“Febbre del topo”, un contagio in Friuli-Venezia Giulia, 200 casi in Slovenia

Redazione

Da qualche settimana in Slovenia, più precisamente nella zona di Tarnova e Aidussina, al confine con il Friuli Venezia Giulia, si stanno registrando diversi casi di infezione da hantavirus, anche nota come “febbre da topo“. Un caso è stato anche in Italia: si tratta di un cittadino sloveno che vive e lavora vicino al confine italiano e che si è presentato al pronto soccorso di Gorizia. Le sue condizioni, stando a quanto riferito dal ‘Corriere della Sera’, non sarebbero gravi.

Cos’è la febbre da topo o infezione da hantavirus

Il virus è trasmesso da piccoli roditori, che lo eliminano tramite le feci e l’urina.

L’uomo può essere contagiato attraverso l’inalazione del virus rilasciato dagli escrementi dei roditori, toccando il terreno contaminato, raramente con il morso del roditore stesso, venendo così a contatto diretto con la saliva.

Sul sito del ministero si legge: “Gli hantavirus sono trasmessi all’ospite umano in primo luogo attraverso un ‘aerosol’ costituito dalle particelle di escrementi, urina o saliva dei roditori infettati. una volta infettati, i roditori eliminano il virus per tutto l’arco della loro vita”.

La malattia non si trasmette da uomo a uomo, ma solo da animale a uomo.

“La sintomatologia clinica nei pazienti con malattia da hantavirus può variare da asintomatica a grave”.

“Il periodo di incubazione – si precisa – è relativamente lungo, generalmente 2-3 settimane, ma può raggiungere anche 6 settimane. Nelle aree endemiche l’infezione da hantavirus deve essere sospettata se una forma febbrile acuta è accompagnata da trombocitopenia, mal di testa, spesso molto forte, e dolori addominali e alla schiena senza chiari sintomi del tratto respiratorio”.

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