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Eutanasia: Davide, spero che Italia diventi civile

Redazione

”Spero tanto che l’Italia diventi un paese più civile, facendo finalmente una legge che permetta di porre fine a sofferenze enormi, senza fine, senza rimedio, a casa propria, vicino ai propri cari, senza dover andare all’estero, con tutte le difficoltà del caso, senza spese eccessive”: lo ha scritto nella lettera di addio Davide Trentini, morto ieri in Svizzera dove era stato accompagnato da Mina Welby per ottenere l’eutanasia. ”Partiro’ per la mia sognata vacanza”, ha scritto l’uomo malato di sclerosi.

”Spero anche che in Italia si arrivi presto alla legalizzazione, o almeno all’uso terapeutico della marijuana. Io sono, abitando in Toscana, tra i pochi in Italia a ricevere puntualmente le mie cartine di marijuana tramite l’ASL, con ricetta del medico, e conosco molto bene i suoi benefici, per fortuna sono quasi 20 anni che conosco molto bene le grandi ‘doti’ della Maria. Tra poco partirò per la mia tanto sognata ‘vacanza’!!! Evviva. Salute per tutti e soprattutto tanta ma tanta serenità per tutti”. Davide nella lettera racconta in prima persona la sua storia: ”ho 52 anni, sono malato di sclerosi multipla dal 1993, per i primi anni in forma più tollerabile, poi, la ‘stronza’ si è trasformata nella forma ‘più stronza’: la secondaria progressiva. Negli anni, le ho provate veramente tutte, dall’ interferone, prima quello settimanale, poi quello che mi autoiniettavo (allora le mani funzionavano!) ogni due giorni, poi è cominciato l’orribile periodo della chemio!!! Insomma, le ho provate proprio tutte. Ora da 1.92 sono diventato uno sgorbio con le gambe lunghe, gobbo fino quasi in terra, ma soprattutto dolori lancinanti e veramente insopportabili h24. Ormai passo tutti i giorni, ma proprio tutti, o in bagno sul water, o sul letto in qualche maniera, con la pasticca all’oppio per cercare di calmare i dolori”. Davide conferma la sua disperazione e la sua ferma volonta’ di andare avanti nella decisione di ottenere l’aiuto per morire. ”Non ce la faccio proprio più senza nessuna prospettiva – conclude Davide – ogni giorno sto sicuramente peggio del giorno prima, e dopo una lunghissima riflessione ho deciso di andare in Svizzera per il suicidio assistito, devo ringraziare enormemente l’Associazione Luca Coscioni, che ha fatto una raccolta fondi per aiutarmi nella spesa, e soprattutto Marco Cappato, sempre pronto ad aiutarmi anche dal punto di vista umano”.

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