La prima sezione del TAR Calabria, lo scorso 16 dicembre ha accolto il ricorso presentato da SAGAS-Crotone avverso al bando ENAC per la gestione degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria. È scritto nel dispositivo che «in conclusione, il ricorso principale (di SAGAS) va accolto. Va pertanto annullato il bando di gara oggetto di impugnazione, con conseguente travolgimento dei successivi atti di gara». Tra le censure mosse dal TAR c’è quella della “violazione dei principi di concorrenza”. Secondo i giudici amministrativi viene previsto ingiustamente “un criterio di preferenza assoluta per il concorrente che presenti offerta per entrambi i lotti (era il caso di SACAL-Lamezia) oggetto di gara, anche a discapito della valutazione del merito tecnico delle singole offerte presentate invece da chi partecipi ad un lotto soltanto”. ENAC si è appellata al Consiglio di Stato che ha optato per una sospensiva della sentenza del TAR, rimandando al 5 Dicembre 2017 la decisione finale. L’iter del bando è proseguito ed ENAC ha attribuito l’incarico alla società SACAL. Si delineano due possibili alternative per fine anno: A) l’accoglimento della Sentenza del TAR sul ricorso di SAGAS da parte del Consiglio di Stato che costringerebbe l’ENAC a rifare il bando e rimetterebbe in discussione la gestione affidata a SACAL; B) il definitivo affidamento a SACAL della gestione. In entrambi i casi non si possono attendere gli eventi. Occorre assumere, consapevolmente, delle iniziative finalizzate a garantire non solo la salvaguardia, ma anche e soprattutto lo sviluppo dell’Aeroporto dello Stretto. A tal fine occorre un Piano di sviluppo straordinario per l’Aeroporto, da elaborare attraverso un Tavolo Tecnico congiunto con il Governo. Esso dovrà essere indirizzato: − all’acquisizione dello status di Aeroporto Strategico; − alla realizzazione di una serie di interventi finalizzati a rendere operativo su elevati standard l’Aeroporto, ad accrescerne l’accessibilità dal territorio circostante, a qualificare e potenziare i Servizi di Volo; − all’attivazione delle misure per la continuità territoriale; − a dare risposte tranquillizzanti ai lavoratori occupati nell’Aeroporto; − alla creazione di una società di gestione ideale (qualificata, equilibrata e trasparente). La creazione di una società di gestione ideale è comunque necessaria; si tratta di dar vita ad una cordata di attori dell’Area dello Stretto, istituzionali e imprenditoriali, in grado di evitare il disastro. Se, difatti, al 5 Dicembre dovesse accadere l’annullamento del bando ENAC da parte del Consiglio di Stato, sarebbe un delitto non essere pronti ad assumere le responsabilità di governo dell’Aeroporto. In caso contrario, la stessa compagine potrà giocare un ruolo forte e di garanzia per evitare una gestione sbilanciata su una società (SACAL) che non ha alcun interesse alla crescita dell’Aeroporto dello Stretto, con il rischio di portarlo al declino nel volgere di pochi mesi. 3 Alla c.a. Presidente Consiglio dei Ministri On. Paolo Gentiloni Ministro Infrastrutture e Trasporti On. Graziano Delrio Ministro Economia e Finanze On. Pietro Carlo Padoan Ministro dello Sviluppo Economico On. Carlo Calenda Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno On. Claudio De Vincenti Ministro per il Lavoro e Politiche sociali On. Giuliano Poletti Ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca On. Valeria Fedeli Ministro per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo On. Dario Franceschini Ministro dell’Interno On. Domenico Minniti Piazzale di Porta Pia, n.1, 00198 Roma segreteria.ministro@pec.mit.gov.it Onorevole Presidente del Consiglio, Onorevoli Ministri, Rivolgiamo a voi un appello corale dell’intera popolazione dell’Area Metropolitana dello Stretto, nella consapevolezza che solo una decisa assunzione di responsabilità politica e sociale collettiva potrà dare risposte positive ad una problematica di grande rilievo per la comunità locale e nazionale. Lungi dal voler esprimere forme sterili di piagnisteo, si avanza una proposta elaborata e condivisa dall’intera comunità locale, nella convinzione che la questione riguarda un Bene Comune di primaria importanza rispetto al quale vengono meno le divisioni politiche ed emerge una esigenza territoriale forte: la salvaguardia e il rilancio dell’Aeroporto dello Stretto. Premesso che: − Nel Piano Nazionale degli Aeroporti elaborato e pubblicato dal Ministero dei Trasporti e dall’ENAC nel 2012, l’Aeroporto dello Stretto risulta incluso nella “comprehensive network” delle reti TEN-T, quale aeroporto con più di 500.000 passeggeri annui, e in possesso di caratteristiche quali l’unicità regionale o la collocazione in territori di scarsa accessibilità, ovvero indispensabile per la continuità territoriale, al pari di altri aeroporti quali quelli di Ancona, Pescara, Trieste, Lampedusa e Pantelleria; − L’Aeroporto dello Stretto potrebbe giocare un ruolo di rilievo nello scenario di mobilità nazionale, forte di un bacino di circa 1,5 milioni di abitanti, distribuito sulle due province di Reggio Calabria e Messina, con una conurbazione dei 3 comuni dello Stretto, che con i suoi 430 mila abitanti, rappresenta la settima grande realtà insediativa metropolitana d’Italia; 4 − Con circa 500 mila passeggeri/anno in transito, l’Aeroporto dello Stretto sembrerebbe possedere un bacino d’utenza limitato, ma i numeri non sono di poco conto. Relativamente all’utenza, l’aeroporto è infatti paragonabile a quelli di Ancona o Pescara, è il doppio di Perugia e addirittura tre volte quello di Parma; se poi si rapporta il numero di passeggeri al numero di velivoli in arrivo e partenza, esso può vantare numeri superiori a quelli di molte altre realtà, quali Lamezia Terme, Catania, Pisa oppure Olbia, ovvero un load factor piuttosto elevato; − Il potenziale di opportunità in termini di domanda di mobilità per l’aeroporto dello Stretto è ancora in gran parte inespresso; sono infatti da considerare diverse opportunità di crescita correlati a: • un avanzato stadio di saturazione dell’aeroporto di Catania; • una domanda di mobilità emergente di tipo turistico (in ragione delle attrattive di luoghi unici come le Città dello Stretto e lo stesso ambiente circostante; Isole Eolie; cittadine notevoli come Taormina e Scilla; siti archeologici; parchi naturali; approdi portuali variegati), nonché legata ad esigenze di lavoro (attività di logistica, Università e Alta formazione, prodotti di eccellenza, scambi commerciali euro-mediterranei), di studio e di cura; • un riassetto dei servizi di trasporto nello Stretto che renda attrattivo la scalo per l’intera comunità messinese; ad oggi infatti solo il 5% del traffico dell’aeroporto ha origine sulla sponda insulare; − L’Aeroporto dello Stretto può rivestire un ruolo importante ai fini della protezione civile e l’intervento di soccorso rapido, per l’assistenza ad una area che prevede il massimo rischio sismico e le cui reti di soccorso via terra sono limitate alle strade statali ben note ad alla ferrovia, strutture che in caso di forte sisma potrebbero non essere agibili. Con un cerchio di raggio pari a 300 km, centrato sullo Stretto (che corrisponde a 50 minuti di volo di un Canadair), si copre la Sicilia, la Calabria, buona parte del territorio lucano e tutto il Cilento; − L’analisi dei documenti di programmazione più recenti (2016), relativi alla Calabria, non appare benevola nei confronti dell’Aeroporto dello Stretto. Dal Patto per lo sviluppo della Città Metropolitana di Reggio Calabria (30 Aprile 2016) emerge una frammentazione di interventi a pioggia, ma nessuno riguarda l’aeroporto. Dal Patto per lo Sviluppo della Calabria (30 Aprile 2016) si evince un impegno di 81 Milioni di Euro per il sistema aeroportuale calabrese; di questi ben 50 Milioni sono stati impegnati per la nuova aerostazione di Lamezia Terme e 12 per pagare incentivi alle compagnie aeree che offrano nuove rotte con terminale in un aeroporto calabrese. Il resto, piuttosto esiguo, da dividere fra Reggio e Crotone per interventi di adeguamento strutturale e funzionale. Nel Piano Regionale dei Trasporti (Burc n.92, 9 Settembre 2016) non si ritrovano specifiche attuative di interventi né forme di finanziamento. Il recente Piano operativo FSC 2014-2020 approvato dal CIPE (1 Dicembre 2016), che destina 800 Milioni alla Calabria per interventi sul sistema di trasporto, è indirizzato quasi integralmente a viabilità stradale e ferrovie, lasciando fuori l’Aeroporto dello Stretto. E se queste cifre possono sembrare rilevanti, non si può non rimarcare come le politiche di Governo nazionale stiano perpetuando una logica antimeridionalista. Basta citare, a titolo di esempio il Provvedimento approvato il 10 Agosto 2016 dal CIPE, denominato “Cura del ferro” dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che indirizza 8,9 Miliardi di Euro nel triennio 2016/18 per l’aggiornamento del Contratto di Programma Governo/RFI, in grandissima parte destinati alla realizzazione di TAV e tunnel sotto le Alpi e gli Appennini nel Nord Italia, con appena 100 Milioni per la Calabria. 5 Tutto quanto sopra premesso, si ravvisa l’opportunità di un PIANO DI SVILUPPO STRAORDINARIO PER L’AEROPORTO DELLO STRETTO, attivando una serie di misure basilari, di concerto e con il sostegno del Governo Centrale; in primo luogo: A. attribuzione dello status di aeroporto strategico; B. interventi finalizzati a rendere operativo su elevati standard l’aeroporto; C. interventi mirati ad accrescere l’accessibilità all’aeroporto dal territorio circostante; D. interventi tesi a qualificare e potenziare i servizi di volo; E. risposte occupazionali; F. struttura di governance qualificata, equilibrata e trasparente. A. Attribuzione dello status di Aeroporto Strategico E’ necessario assumere una determinazione politica di fondo e dichiarare di RILEVANZA STRATEGICA E INTERNAZIONALE l’Aeroporto dell’Area Metropolitana dello Stretto, in linea con i dettami del Piano Nazionale degli Aeroporti elaborato e pubblicato dal Ministero dei Trasporti e dall’ENAC nel 2012. Sono definiti “strategici” gli aeroporti che, a prescindere dal volume di traffico attuale, rispondono efficacemente alla domanda di trasporto aereo di ampi bacini di utenza e che sono in grado di garantire nel tempo tale funzione, per capacità delle infrastrutture e possibilità del loro potenziamento con impatti ambientali sostenibili, per i livelli di servizio offerti e grado di accessibilità, attuale e potenziale. Per il mantenimento del ruolo sono individuate condizioni particolari, coincidenti con la realizzazione di specifiche infrastrutture, ritenute essenziali per garantire capacità e livelli di servizio adeguati rispetto al traffico atteso. Al momento rientrano in tale definizione 16 aeroporti, ma non quello dello Stretto. Noi chiediamo che anche l’Aeroporto dello Stretto sia incluso nella lista degli aeroporti strategici, considerando che esso risponde già a gran parte degli attributi richiamati nella definizione di cui sopra, cui è da aggiungere una caratteristica primaria degli aeroporti inseriti nella “Comprehensive Network” delle reti europee (TEN-T), ovvero la collocazione in territori di scarsa accessibilità, indispensabili per la continuità territoriale. A sostegno ulteriore della richiesta si segnalano altri elementi rilevanti quali: − la particolarità dell’Area dello Stretto, periferica rispetto alla penisola italiana, ma centrale rispetto al contesto mediterraneo; − l’unicità e particolarità del sistema insediativo, a cavallo fra due regioni, in uno scenario unico al mondo dal punto di vista paesaggistico ed ambientale; − la valenza storico-archeologico-culturale e le potenzialità turistiche ancora tutte da esprimere per il rilancio economico di un territorio oggi economicamente e socialmente molto sofferente; − la presenza di poli economici e culturali di primaria importanza ai quali non può venir meno l’apporto del trasporto aereo: università, centri di ricerca, porto di Gioia Tauro, Distretto della Logistica, numerosi musei come il Museo della Magna Grecia che ospita i Bronzi di Riace e il Museo Regionale di Messina, industrie manifatturiere come Hitachi Rail e Rodriguez, stazione sperimentale del bergamotto, strutture balneari, attività commerciali di grande richiamo, ed altro ancora; − l’insostituibile utilità dello scalo per far fronte a situazioni di calamità naturali. B. Interventi finalizzati a rendere operativo su elevati standard l’aeroporto Si propongono i seguenti interventi: 6 − potenziamento del sistema tecnologico di controllo del traffico aereo; − riapertura della seconda pista aeroportuale; − potenziamento dei servizi per l’aviazione generale (hangar, assistenza/ manutenzione, rifornimento carburante); − adeguamento strutturale e funzionale dell’aerostazione; − potenziamento delle aree e dei servizi di parcheggio; C. Interventi per accrescere l’accessibilità all’aeroporto dal territorio circostante Si propongono i seguenti interventi: − potenziamento dei servizi di navigazione sullo Stretto sulla direttrice Messina – Reggio C. (rotte diverse, maggiori frequenze e corrispondenza con i voli); − potenziamento dei servizi di raccordo veloce fra porto ed aeroporto: linea bus urbana in sede protetta; linee bus da Messina e relativa provincia con traghettamento a Villa S.Giovanni e collegamento autostradale all’aeroporto; navetta ferroviaria fra stazione Reggio Mare (da ricostruire) e stazione Aeroporto; biglietto integrato intermodale; − potenziamento dei servizi di trasporto pubblico (su ferro e su gomma) dalla provincia reggina e dal vibonese; − creazione della rampa di accesso direzione Aeroporto per la corsia nord-sud all’interno dello Svincolo Malderiti, nonché la messa in sicurezza delle corsie di accelerazione/decelerazione e dell’intersezioni dello stesso; − attivazione del raccordo fra stazione ferroviaria Aeroporto e aerostazione con bus a domanda; − potenziamento dei servizi marittimi per utenza turistica mediante raccordi diretti tra Reggio Calabria, isole Eolie, Taormina; − attuazione della continuità territoriale a scala di area metropolitana mediante tariffe eque di navigazione sullo Stretto; − servizi taxi su standard prezzo/qualità europei, contenendo le tariffe; − politiche di marketing e di promozione del trasporto aereo, attraverso il coinvolgimento di tour operator di altro profilo; D. Interventi tesi a qualificare e potenziare i servizi di volo (Continuità territoriale. Oneri di servizio pubblico) L’ENAC si fa garante del diritto alla mobilità anche tramite la difesa della continuità territoriale, ossia si fa garante della possibilità per tutti i cittadini di spostarsi nel territorio nazionale e comunitario con pari opportunità, accedendo a un servizio che garantisca condizioni economiche e qualitative uniformi. Non sempre questo diritto è garantito e talvolta si rende necessario un intervento statale per creare un’offerta vantaggiosa per l’utenza. Con l’articolo 16 del Regolamento CE n.1008/2008, in deroga ai principi di divieto di aiuti di Stato, l’UE ha previsto, a carico dei singoli Stati ed al fine di garantire il servizio di trasporto nei territori geograficamente svantaggiati, la possibilità di emanare interventi finanziari nei confronti delle compagnie che accettino di entrare in un mercato, ritenuto ad alta rilevanza sociale, alle condizioni individuate dagli stessi Stati. Nel caso altre forme di trasporto non riescano a garantire servizi ininterrotti con almeno due frequenze giornaliere, lo Stato identifica i servizi aerei di linea per i quali possono essere imposti oneri di servizio pubblico. Tali servizi riguardano aeroporti situati in regioni periferiche o in via di sviluppo oppure rotte a bassa densità di traffico verso qualsiasi aeroporto regionale, se ritenuto essenziale per lo sviluppo economico e sociale 7 della regione. Imporre oneri di servizio pubblico significa rendere obbligatorio lo svolgimento di un servizio aereo secondo criteri di continuità, regolarità, capacità e tariffazione cui i vettori non si atterrebbero se tenessero unicamente conto del proprio interesse commerciale. Nell’ordinamento nazionale sono state emanate una serie di disposizioni volte ad assicurare la continuità territoriale tra i principali aeroporti nazionali e le isole maggiori, alcune isole minori e alcuni territori svantaggiati per dislocazione o tipologia della domanda. A godere di tale status sono stati inclusi anche gli aeroporti di Crotone (L.finanziaria per il 2002; L. 448/2001) e di Reggio Calabria (L.finanziaria per il 2004; L. 350/2003). Della pratica operatività di tali benefici tuttavia non vi è alcuna traccia ad oggi, tant’è che perfino Alitalia si è spinta a suggerirne l’applicazione per l’Aeroporto dello Stretto. Numerose regioni dell’UE hanno promosso nuovi modelli di continuità territoriale aerea, con consistenti erogazioni di matrice regionale e statale. Numerosi aeroporti, soprattutto nell’area mediterranea, sarebbero chiusi da tempo se non vi fosse un regime di aiuto. E pertanto fondamentale riconoscere ai voli dall’Aeroporto dello Stretto gli stessi oneri di servizio pubblico vigenti in altri contesti come in Sicilia, Sardegna o altre regioni euro-mediterranee. Specifiche azioni dovrebbero essere indirizzate ad accrescere il ruolo dei voli low cost, charter, cargo, senza dimenticare componenti di nicchia significative come i servizi di aerotaxi o per aerei privati, in grado di attrarre imprenditori, uomini di affari o Vip che potrebbero adottare lo scalo dello Stretto come base per raggiungere facilmente siti rilevanti come le Isole Eolie, Taormina o Gioia Tauro. Punto nodale è lo sviluppo del mercato dei Charter che può essere un volano di sviluppo per tutto il settore turistico. L’Isola di Creta (appena 620 mila abitanti su una superficie all’incirca pari a mezza Calabria) conta 10 milioni di presenze a stagione, di cui la quasi totalità arriva con voli charter, distribuiti su 3 aeroporti. La Corsica (320 mila abitanti) registra 3 milioni di passeggeri l’anno. La componente merci non sarebbe assolutamente da trascurare, considerato che esiste un trend internazionale crescente e che nel Meridione d’Italia nessun aeroporto ha mai attivato politiche virtuose in tale comparto. Andrebbe studiata la possibilità di istituire servizi cargo integrati (trasporto aereo di piccoli colli porta a porta). In via prioritaria vanno garantiti servizi di trasporto aereo diretti verso gli hub di Roma Fiumicino e Milano Linate, con frequenze e orari rispondenti alle esigenze della popolazione dell’Area metropolitana dello Stretto, ad esempio garantendo la possibilità di un viaggio di Andata/Ritorno in giornata. Servizi di tal genere risultano appetibili e ampiamente competitivi rispetto a quelli ferroviari o automobilistici. Considerando le note limitazioni di slot su Milano Linate, potrebbero giocare un ruolo fondamentale gli Aeroporti di Milano Malpensa e Milano Bergamo se considerati come valide alternative proposte da vettori diversi da Alitalia per raggiungere la Lombardia. Il primo favorirebbe inoltre le connessioni intercontinentali, mentre il secondo permetterebbe di proseguire verso le capitali europee a tariffe low cost. Altri collegamenti diretti potrebbero essere attivati in termini di: − rotte verso le destinazioni più remote italiane (Torino, Pisa, Bologna, Venezia) sulle quali il trasporto aereo sarebbe davvero più conveniente rispetto a quello ferroviario, ricorrendo se non a velivoli della classe Airbus A32X (138-200 posti) almeno a velivoli di capienza minore quali gli Embraer (88-100 posti), velivoli di cui dispone Alitalia, oppure Boeing 717 (125 posti) utilizzati da diverse compagnie low cost; 8 − rotte “trasversali” est-ovest, che colleghino lo Stretto con altri aeroporti del CentroSud Italia, utilizzando ovviamente velivoli idonei a turboelica quali SAAB 2000 (50 posti) ed ATR 72 (68 posti), riducendo di multipli l’attuale tempo di percorrenza causa la ben nota disastrosa situazione della rete ferroviaria. Questo tipo di velivoli è in dotazione anche a partner Alitalia (es. Etihad Regional). Le due Città Metropolitane di Reggio e Messina possono giocare un ruolo attivo, analogo e complementare a quello della Regione, attraverso la promozione di voli con terminale a Reggio Calabria, attraverso strumenti diversi, quali il co-marketing per attrarre le compagnie low-cost, charter, leisure, in sinergia con tour operator specializzati e compagnie di volo interessate. E. Risposte occupazionali Sebbene il personale impiegato presso l’Aeroporto dello Stretto sia ritenuto sovradimensionato, è pur vero che si tratta di personale qualificato e di persone che vivono il dramma della perdita di lavoro. Non si può banalizzare la situazione e procedere con i licenziamenti, considerato anche il fragilissimo tessuto economico della Città di Reggio Calabria. Avanziamo la proposta di istituzione di una Agenzia per la gestione della transizione lavorativa che tuteli i lavoratori, operativa su un arco di tempo triennale, simile a quella prevista per i lavoratori in esubero al Porto di Gioia Tauro, e che preveda iniziative diverse, e modalità da concordare con le rappresentanze sindacali, quali: − l’occupazione parziale immediata in rapporto allo status attuale dell’aeroporto, privilegiando le professionalità tecniche indispensabili; − l’assorbimento graduale in rapporto alla crescita dell’aeroporto e delle prevedibili nuove esigenze di manodopera; − l’occupazione presso altre sedi aeroportuali nazionali, previa ricognizione ad hoc e verifica di disponibilità dei lavoratori; − la ricollocazione graduale in altre attività. F. Struttura di governance qualificata, equilibrata e trasparente. Occorre agire per dar vita ad una Società di gestione sana, scevra dalle prassi operative della vecchia SOGAS e libera da deleteri condizionamenti politici clientelari. Una società che assuma una connotazione manageriale di alto profilo, con dirigenti responsabili e specializzati. Se una partecipazione pubblica è ancora da privilegiare (a partire dalle Città Metropolitane di Reggio e Messina), è di fondamentale importanza l’ingresso di esperti indipendenti nel Consiglio di Amministrazione della società, con il mandato di perseguire obiettivi chiari e facilmente verificabili. La nuova gestione dovrà essere assoggettata a forme di controllo pubblico periodico, forme di controllo giuridicocontabili trasparenti e stringenti, che contemplino la partecipazione diretta di rappresentanze della cittadinanza, forme di controllo preventive sulle azioni amministrative. Si può fare ricorso ad un “Supervisory Board” eletto dall’assemblea dei soci, a cui il “Management Board” (CdA) deve riportare trimestralmente notizie sulle dinamiche economiche raffrontate alle previsioni oppure ogni volta che circostanze speciali, potenzialmente impattanti sulla liquidità e redditività societaria, lo richiedano. Tra le misure da intraprendere, a prescindere da quale sarà il soggetto preposto alla gestione, si segnalano: − dare spazio a nuovi quadri dirigenti, attingendo a professionalità di riconosciute qualità e non sottomessi a potentati politici; 9 − dotare l’aeroporto di un piano ed un programma di interventi a breve, medio e lungo termine; con opportuni stanziamenti programmati e garantiti; − assicurare pari opportunità di trattamento agli aeroporti calabresi in termini di sovvenzioni pubbliche e politiche mirate all’attrattività di compagnie di volo; − stipulare un Accordo Quadro fra i partner finanziatori legato alla progettualità, a parametri di gestione ed alla continuità di erogazione dei contributi concordati su un orizzonte decennale; − attuare in tempi determinati i progetti finanziati ed i lavori lasciati in sospeso; − contenere i costi di handling, evitando di farli ricadere sulle compagnie di volo. E’ consequenziale che gli interventi potranno innescare un meccanismo virtuoso che potrà riverberarsi in una crescita circolare della domanda e dell’offerta di trasporto aereo, puntando a rendere, in pochi anni, l’aeroporto uno scalo di valenza nazionale, con alcune rotte attestate anche su destinazioni internazionali, in particolare mediterranee. L’obiettivo di fondo è quello di raggiungere 2 milioni di passeggeri l’anno in un quinquennio.
MOVIMENTO DI CITTADINANZA ATTIVA Per l’Aeroporto Metropolitano dello Stretto, Strategico e Internazionale
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