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Gratteri, ‘Falcone era invidiato perché era un fuoriclasse’

Redazione

“Si rinnova il dispiacere di vedere tante persone che usano Falcone per parlare a sproposito e quando Falcone era al ministero o a Palermo lo calunniavano e diffamavano.

Era molto invidiato Falcone, perché era un fuoriclasse, uno che capiva le cose vent’anni prima degli altri e questo ai mediocri dà molto fastidio”.

A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri parlando con i giornalisti a margine della giornata della legalità celebrata nel liceo classico Telesio di Cosenza in occasione dell’anniversario della strage di Capaci in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
“La cosa più rivoluzionaria di Falcone – ha aggiunto il magistrato – è stata il dopo la sua morte perché migliaia di persone sono scese in piazza e i giovani hanno occupato gli spazi che erano degli adulti, evento imprevedibile e inaspettato. Questa è la grande eredità di Falcone, la memoria che attraverso i ragazzi vive ancora. Oggi c’è più consapevolezza e riusciamo a dimostrare anche sul piano giudiziario che la mafia ormai è radicata in tutta Italia ed è presente in tutti i continenti. Abbiamo fatto passi in avanti sul contrasto alle mafie, ma siamo deboli sul piano normativo.
Le modifiche processuali fatte dal precedente governo incideranno negativamente sui processi alle mafie, perché quando pensiamo al contrasto alle mafie dobbiamo pensare anche ai reati fine, a quel humus dove poi nascono, crescono e diventano pervasive le mafie. La politica è purtroppo un passo indietro perché non vedo una programmazione nel medio e lungo periodo per poter fare ulteriori passi in avanti al contrasto”.
All’iniziativa ha partecipato anche Matilde Siracusano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (ANSA).

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