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Tra accordi disattesi e inversioni di rotta la bonifica resta un’incognita ed il futuro di Crotone è appeso  ad un filo sempre più sottile  

Redazione

Non è di una sciocchezza che si parla quando l’argomento in discussione è la bonifica dell’ex area  industriale di Crotone ma di un tema prioritario ed urgente da cui, senza giri di parole, dipende  realmente il futuro del nostro territorio. L’annosa questione continua ad essere ad un punto fermo visto  che, da un lato, Eni Rewind si dichiara impossibilitata alla realizzazione dei lavori di bonifica in ragione  dell’assenza di discariche in cui abbancare i rifiuti inquinanti e, dall’altro, lo stesso sindaco di Crotone,  colui che dovrebbe essere il più strenuo difensore dei diritti dei nostri concittadini e della comunità  tutta, “accoglie” le istanze di Eni Rewind chiedendo lo spostamento di una minima parte dei rifiuti. 

Dunque abbiamo sinora atteso invano la realizzazione di un piano, il POB2, che le nostre stesse  istituzioni ritengono inattuabile? Bisogna prestare molta attenzione a ciò che sta accadendo perché il passo dal ritenere inattuabile il POB2 al ritenere possibile la realizzazione di una discarica “in loco” per  effettuare la bonifica è davvero breve; si tratterebbe di un’inversione di rotta clamorosa. Il percorso di  bonifica necessita di punti fermi dai quali non si può prescindere ed uno di questi è certamente  l’impossibilità di tenere i rifiuti nel nostro territorio così come l’assoluto divieto di costruire nuove  discariche in loco, né di servizio né permanenti, o di utilizzare quelle esistenti per gestire scorie e veleni  di cui siamo abbondantemente intrisi.

E se Eni Rewind non intende procedere vorrà dire che dovrà  rispondere delle sue mancanze e bisognerà continuare ad impegnarsi per trovare soluzioni nell’interesse  dei cittadini, senza cedere il passo in cambio di accordi e promesse a scapito del nostro futuro.  

Filippo Sestito  

Presidente 

Arci Crotone Aps

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