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Ѐ partito da Crotone il progetto “La Calabria per Dante”

Redazione

Con l’inaugurazione della mostra “La Calabria nella Divina Commedia” nella Torre Aiutante del Castello di Carlo V si entra nel vivo dell’evento pensato e curato dall’Arpa per il 700° anniversario dalla morte del Sommo Poeta

Ѐ partito da Crotone il progetto “La Calabria per Dante”, prodotto dell’associazione “Arpa”, l’Associazione di Ricerca, Produzione ed Animazione del Territorio, inserito fra gli Eventi Culturali 2021 della Regione Calabria (Avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di Eventi Culturali – Annualità 2021-DDG n°7864 del 29/07/2021), vuole essere un omaggio al contributo calabrese alla poetica dantesca.

Pensato dall’Arpa– la cui attività si muove in maniera prioritaria nell’ambito della ricerca nel campo delle tradizioni popolari e la valorizzazione delle risorse endogene – poi rimandato a causa del covid, il cuore di questo progetto innovativo e unico nel suo genere è itinerante. L’evento, infatti, pensato per il 700° anniversario dalla morte del Sommo Poeta, si muove fra i quattro luoghi della Calabria citati, in maniera diretta o indiretta, nella Divina Commedia: San Giovanni in Fiore, Crotone, Cosenza, Scilla.

Il filo conduttore di questa lettura originale di Dante e la Calabria è la musica, in particolare con riferimento agli strumenti musicali citati nella Commedia. La Torre Aiutante del Castello di Carlo V è diventata scenario privilegiato e suggestivo per la mostra inaugurata sabato 13 maggio: si tratta dell’esposizione che porta come titolo “La Calabria nella Divina Commedia” e abbraccia la riproduzione e la spiegazione dei passi nei quali è citata la Calabria.

La prima giornata della tappa crotonese ha registrato, nel pomeriggio, la prima conferenza-concerto dedicata agli Stilnovisti di Calabria con Danilo Gatto e Salvatore Megna

“Per la maggior parte dei manuali scolastici la letteratura italiana nasce prima in Sicilia, poi in Toscana, quando alcuni poeti cominciano a scrivere in volgare, decantando le bellezze della donna, reale e immaginaria, essere angelicato che rende più bella e pura qualunque cosa che tocchi o su cui si posi il suo sguardo, e migliore l’uomo che a lei rivolge il suo pensiero – spiega Gatto -. Fu poi chiamato dolce stil novo, e segna con le sue rime uno dei punti alti della letteratura italiana, di cui proprio Dante fu prestigioso esponente. Ebbene, gran parte dei testi delle canzoni della nostra tradizione contadina parlano delle stesse cose, con identici contenuti e forme poetiche. Nella tradizione orale popolare si è mantenuto, fino a oggi, lo stesso tipo di sensibilità, di stupore, di angoscia amorosa che ha animato prima i trovatori, e poi i poeti lirici del 1200-1300”.

La conferenza-concerto non a caso intitolata “Stilnovisti di Calabria” vuole percorrere questo viaggio inedito, raccontato da Danilo Gatto grazie al canto e alla maestria di Salvatore Megna, che ha riproposto alla chitarra battente alcuni di questi testi giunti fino a noi forse proprio da quell’epoca, in cui la più alta poesia mai espressa dall’Italia, e mondo dell’oralità condividevano molte più cose di quanto non si immagini.

Il prossimo appuntamento è in calendario venerdì 19 maggio alle 18 con “Polifonie di Calabria” con il gruppo Le Mystère des voix calabres.

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