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Crotone, Consigliere Comunale Meo: “Grazie”

Redazione

Sabato sera, in modo inatteso e senza una motivazione legata all’oggetto della proiezione mi  è capitato di recarmi nel nostro unico cinema e gustarmi la visione di “Grazie RAGAZZI”, un film  che ci racconta di 5 detenuti a cui viene imposto dalle circostanze di rappresentare nientedimeno che  “Aspettando Godot”, il capolavoro di Samuel Beckett.  

E così, nella sala buia, mi sono ritrovato senza che io l’avessi realmente voluto a ripercorrere quanto  è avvenuto da due anni a questa parte, riguardo il progetto, andato a buon fine e che avrebbe potuto,  anzi dovuto consentire a dieci detenuti di sostituire il carcere con un lavoro socialmente utile.  

Fra tutti i reclusi che a suo tempo si sono fatti avanti ad uno soltanto di loro è stato consentito,  lavorando, di espiare ed a tutt’oggi questo egli fa ancora oggi, con dedizione nella Villa Comunale,  immerso nel silenzio e nell’indifferenza.  

Ci sono voluti due anni di polemiche, sforzi e burocrazia e lungo sarebbe menzionare tutti coloro che  si sono spesi per ottenere questo “importante risultato” che tale non è stato realmente considerato se  è vero che la presenza di questo “forzato” del verde, non viene accennata da tempo, oramai da  nessuno.  

Oltretutto, nessun altro Ente del nostro territorio ha inteso imitare l’esempio del Comune di Crotone, proponendosi d’impiegare dei detenuti in lavori socialmente utili, tantomeno possiamo immaginare  l’Amministrazione della nostra Città come anche solo lontanamente tentata a voler ripercorrere  quanto già fatto così controvoglia. 

Mi sono così immaginato questo nostro fortunato e sciagurato insieme, concittadino, mentre, ogni  mattina, sta lì con un rastrello in mano ad aspettare Godot, attendendo che il tempo passi ed il suo  debito con la società si estingua per consunzione.  

Quindi consapevole che la stessa mia casuale considerazione nei suoi confronti è stata frutto di una  predisposizione d’animo del tutto fortuita e non ripetibile, ho avvertito un senso di vergogna e mi  sono chiesto cosa potrebbe fare quest’uomo per fare appello alla nostra umanità. 

Al termine di tali mie riflessioni, terminata la mia scorta di umanità mi verrebbe da dire, sono giunto  alla scontata considerazione che nulla valga la pena fare perché niente potrà mai indurci ad indignarci  per i tormenti altrui altrettanto quanto ci capita per il posizionamento delle strisce blu sotto casa.  

Ma forse una cosa potrebbe fare quest’essere umano, perso tra i le piante secolari della nostra Villa  Comunale, sull’esempio poco virtuoso dei protagonisti della pellicola citata e posso affermarlo nella  certezza che giammai tanto potrà verificarsi, ed è evadere, scappare, darsi alla fuga, magari calandosi  con un lenzuolo per rendere questo suo richiamo ancora più plastico e ciò non certamente per ottenere  qualcosa lui, quanto, per ricordare a noi che il nostro compito sulla terra non è lamentarci della nostra  esistenza, quanto andare incontro alla vita, fossimo pure controcorrente. 

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