Via libera dall’Aula del Senato al Ddl delega sul contrasto alla povertà che è stato approvato con 138 Sì, 71 No, 21 astenuti. Il provvedimento che ha già incassato l’ok della Camera diventa legge e verrà così introdotto il cosiddetto reddito di inclusione per quei nuclei familiari che avranno i requisiti previsti dalla legge.
“Approvata la legge sulla #povertà. Un passo avanti per venire incontro alle famiglie in difficolta’. Impegno sociale priorità del Governo“. Lo scrive su twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Poletti, 4 miliardi per il 2017/2018 – “Siamo molto soddisfatti per l’approvazione del ddl sulla povertà”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, arrivando al Cnel. Poletti ha spiegato che le risorse stanziate sono di 2 miliardi di euro per il 2017 e altrettanti per il 2018, con i quali si potranno aiutare circa 2 milioni di persone. “Oggi è una giornata importante – ha detto il ministro – il Paese non ha mai avuto uno strumento a valenza universale come questo”. Poletti ha assicurato che il decreto di attuazione sarà approvato “molto rapidamente, in modo che la delega venga attuata nelle prossime settimane”. “Le risorse sono quelle già stabilite in bilancio, e cioè 2 miliardi per il 2017 e altrettanti per il 2018. Ovviamente noi lavoriamo perché vengano incrementate”. Con queste risorse, secondo il ministro, si sarà in grado di raggiungere 4 milioni di italiani, e non 2 come precedentemente detto.
“Con la legge che approviamo oggi nasce il reddito di inclusione, la prima misura nazionale di contrasto alla povertà, con un’ottica che ribalta l’assistenzialismo e prevede, accanto all’assegno, il sostegno all’inclusione sociale e lavorativa. E’ una giornata storica, l’Italia cessa di essere l’unico Paese europeo a non prevedere un aiuto alle famiglie e alle persone in povertà assoluta”. Lo dice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro, relatrice al disegno di legge sulla povertà, approvato oggi dal Senato.
SI, è un pannicello caldo – “Come era facilmente prevedibile, il governo sta cercando di aggirare il referendum sul lavoro senza incidere sostanzialmente sull’uso e sull’abuso dei voucher. Permettere l’uso dei voucher alle cosiddette microimprese, che rappresentano il 61% delle aziende italiane, significa prendere in giro i lavoratori e gli elettori”. Lo afferma la capogruppo di Sinistra italiana al Senato Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto.