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UNISAMI. PORTIAMO LA CARDIOCHIRURGIA A COSENZA. È LA PROVINCIA CON PIÙ MORTI PER PROBLEMI VASCOLARI. ALTIMARI: “OCCHIUTO COLMI GRAVE LACUNA”

Redazione

“Se esistesse un reparto di cardiochirurgia a Cosenza, la sanità calabrese potrebbe risparmiare qualcosa come 18 milioni di euro l’anno. Sapete quanti reparti di cardiochirurgia si potrebbero attrezzare? Quasi due, sempre all’anno!”

È la denuncia di Roberto Altimari, presidente dell’Associazione Uni.Sa.Mi (Uniti per una sanità migliore) nata a Cosenza da un gruppo di cittadini che hanno perso un familiare per la mancanza di un reparto di cardiochirurgia sul territorio cosentino.

“Come cittadini rivolgiamo un appello accorato al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: non possiamo permetterci di contare altri decessi, mentre decine di medici calabresi, tra le migliori menti della cardiochirugia, si ritrovano con le mani legate a non poter operare e salvare vite. Intervenga Presidente, faccia qualcosa!”.

In effetti, oltre ad essere tra le 5 province più estese d’Italia, secondo i dati ISTAT Cosenza è la provincia calabrese che registra il numero maggiore di decessi per problemi cardiovascolari, in particolare per problemi legati all’aorta.

“Ad oggi Uni.Sa.Mi può contare su oltre 2000 iscritti, tra cui 22 comuni dell’hinterland nel capoluogo bruzio, segno che la necessità di realizzare un reparto di cardiochirurgia all’Annunziata è sempre più pressante. Non vogliamo e non possiamo permetterci più morti per questo motivo”, aggiunge il presidente Altimari.

A ben vedere da Potenza a Catanzaro esiste una sorta di “buco nero” di oltre 300 km in cui non esistono reparti adeguati dove poter intervenire con tempestività e salvare vite umane.
“Cosenza è troppo lontana da Germaneto e da Potenza per chi ha bisogno di un’operazione urgente al cuore. Probabilmente mia sorella si sarebbe potuta salvare sette anni orsono se la corsa verso il tavolo operatorio più vicino non le fosse risultata fatale. Invece ha perso la vita, sulla Salerno Reggio, su un’ambulanza” da qui l’idea di Roberto Altimari di fondare Uni.Sa.Mi e creare un movimento.

“Ad oggi il territorio cosentino, oltre a poter contare su spazi adeguati presso l’hub dell’ “Annunziata”, vanta numerosi professionisti pronti a mettersi a disposizione nella propria terra d’origine, piuttosto che prestare la propria opera in ospedali di altre regioni. Sarebbe un ulteriore mancanza di attenzione, per la nostra terra e per la nostra gente”, conclude Altimari.

 

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