L’Italia migliora in tema di pari opportunità. Ma la sua posizione è inferiore alla media europea, si colloca appena al 14/o posto fra i 28 paesi membri. Le donne italiane sono ancora molto discriminate in casa, nella parità salariale, nell’occupazione. Lo dice l’Eige (European Institute for Gender Equality) che ha presentato il 3/o rapporto sull’indice di uguaglianza di genere 2017 (periodo 2005-2015) che assegna all’Italia un punteggio di 62,1 (su un massimo di 100 che indica la totale parità) contro un 66,2 di media europea (+4%). Il rapporto (che dal prossimo anno diventerà annuale) lancia anche un allarme con la prima stima sul costo sociale che il nostro paese si trova ad affrontare come conseguenza della violenza maschile sulle donne: 26 miliardi di euro l’anno, praticamente una manovra finanziaria. In generale, il nostro paese è quello che ha fatto registrare i maggiori progressi tra gli stati membri, passando in dieci anni dal 26/o al 14/o posto. “Il rapporto – ha commentato Alessandra Ponari, capo del Dipartimento per le pari opportunità – è uno strumento utile per le decisioni politiche, per individuare le priorità su cui bisogna intervenire, e permette di aumentare la consapevolezza sulla parità uomo-donna. Bene i miglioramenti ma dobbiamo proseguire e migliorare ancora”. Ecco alcuni dati.
– VIOLENZA SULLE DONNE. Il costo sociale dei 26 mld di euro l’anno (circa 13 mld causati dal partner della donna) – 226 mld in Europa – è la conseguenza della violenza sulla produzione economica, sul maggiore utilizzo di servizi e sui costi personali. Il 27% delle italiane ha subito violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni. Le italiane sono anche quelle che denunciano di meno in Europa; il 15% contro il 13% europeo non ne parla con nessuno. La violenza è un tema fuori dal rapporto e non incide sul punteggio generale. Il dato non tiene conto dei femminicidi. “E’ inconcepibile – ha commentato alla conferenza Linda Laura Sabbadini, dirigente di ricerca Istat – che le statistiche di Eurostat sulla violenza e sui tempi di vita non abbiano ancora la pari dignità con le statistiche economiche, tutte normate per legge”.
– POTERE E’ l’ambito dove si è registrato il maggior avanzamento: 45,3 (+29,2%), 48,5 la media Ue. Il dato, più basso in Europa, ha beneficiato della maggiore presenza delle donne ai vertici di sedi economiche (+41%) e nella politica (+23,9%). L’Eige sottolinea che dove è stato introdotto il sistema delle quote, queste hanno “funzionato”.
– ISTRUZIONE Il punteggio è cresciuto del 7,3. L’Italia registra un punteggio del 61,4 contro il 63,4 europeo. Sono laureate il 14% delle donne rispetto al 12% degli uomini.
– TEMPO. E’ il punto dolente della disuguaglianza di genere (59,3 rispetto al 65,7; un +0,08). Il 34% delle donne ha responsabilità quotidiane di assistenza per un’ora o più, rispetto al 24% degli uomini; l’81% delle donne, contro solo il 20% degli uomini, cucina e svolge lavori domestici per almeno un ora al giorno (tra le coppie con figli il divario di genere è di 82%).
– DENARO Lieve miglioramento (76,4 rispetto al 79,6; +2,4%) ma le paghe delle donne sono inferiori del 18% dei colleghi maschi. I padri single guadagnano il 42% in più delle madri single.
– LAVORO. Qui l’avanzamento (62,4 rispetto al 71,5 dell’Ue; +1,6%) è dovuto non tanto alla riduzione di disuguaglianze ma al peggioramento della condizione degli uomini. Il tasso di occupazione è del 51% contro il 71% degli uomini; tenendo conto del numero di ore lavorate, il tasso di occupazione in Etp (equivalente a tempo pieno) delle donne è pari al 30% contro il 50% degli uomini. Tra le coppie con figli, il tasso di occupazione in Etp per le donne è del 48% rispetto all’84%.
Lavora a tempo parziale il 33% delle donne contro il 9% degli uomini.
– SALUTE. Sostanzialmente stabile la condizione sulla ‘salute’ (86,3 rispetto all’87,4; +0,5%). Il leggero miglioramento è dovuto alla percezione del proprio stato di salute.