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Crotone: Istituto Mario Ciliberto, protagonisti a scuola per esserlo anche nella vita, protagonisti di un cambiamento possibile, difficile ma possibile.

Redazione

Protagonisti a scuola per esserlo anche nella vita, protagonisti di un cambiamento possibile, difficile ma possibile. Ci credono gli studenti dell’istituto Mario Ciliberto e lo hanno dimostrato nell’incontro “La memoria e l’impegno” organizzato dall’associazione È…solidarietà e che si è svolto nei locali dell’istituto. Un’iniziativa che ha avuto immediatamente il benestare del dirigente scolastico Girolamo Arcuri sempre sensibile a certe tematiche e che ha trovato nella professoressa Rossella Frandina una guida sicura per gli studenti. Dopo aver ascoltato gli interventi di Elvezia Cordasco giudice della sezione penale del tribunale di Crotone e dell’avvocato Teresa Cortese che è anche membro dell’associazione È…solidarietà studentesse e studenti hanno avuto modo di esprimere le proprie sensazioni, i timori, gli stati d’animo, il proprio vissuto all’interno di una società prepotente e che non si preoccupa dei più giovani, con la voglia comprende una realtà sfaccettata e labirintica. Sono state esternazioni, ma anche domande che sono sfociate poi in un dialogo più che in un dibattito. I giovani hanno trovato nelle due relatrici punti di riferimento, pozzi ai quali attingere per dissetare le proprie curiosità e magari fuggire qualche nebbia e qualche timore. Lo scopo del seminario infatti era quello di coniugare la memoria con la riflessione pedagogica sui percorsi sempre attuali di resistenza alle mafie individuando nuove rotte per l’impegno civile e la cittadinanza attiva. Ricordare non è solo non dimenticare, ma fare tesoro e prendere come esempio chi ha dato la propria vita per il bene collettivo con la speranza di mettere un piccolo mattone nella costruzione di una società migliore. È emerso che i giovani sentono forte il bisogno di sezionare la realtà per comprenderla a fondo ma soprattutto sentono il bisogno di una società libera senza condizionamenti ‘ndranghetisti di nessun caso a nessun livello. Condizionamenti che non permettono la piena applicabilità della Costituzione, perché quella attuale a tratti è una società dove i privilegi prendono il posto dei diritti e le persone fragili vengono emarginate. Vogliono disobbedire ad un sistema colluso, obbedendo invece pienamente e ciecamente solo alla Costituzione e facendo cittadinanza attiva. Un concetto forte per i giovani che lo accomunano spesso alla Resistenza, un altro valore che si deve perdere.

Studenti che hanno palesato le insicurezze tipiche di una coscienza in formazione, ma con una certezza ferma, un pilastro sul quale costruire questa coscienza ossia non farsi rubare il futuro. Giovani che dicono no alla mafia, ma non lo fanno solo con le parole, ma con i fatti con testimonianze concrete. Durante l’incontro infatti hanno proiettato un video da loro realizzato con il quale si chiede che i beni confiscati alla mafia possano e debbano diventare un bene per la collettività e propongono di assegnarli ai migranti. Idea nata dopo il naufragio di Steccato di Cutro.

Un incontro che ha fatto uscire più forti consapevoli e sicuri quelli che hanno avuto la fortuna di parteciparvi. Ne sono uscito con idee corroborate pronte per essere messe a disposizione della collettività.

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