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Maltempo a Livorno: Trovato il corpo di una donna, sale a sette il bilancio delle vittime. Si cerca un disperso

Redazione

Il corpo della giovane donna dispersa a Livorno, Martina Bechini di 34 anni è stato ritrovato: era in un giardino privato invaso dal fango nella zona di Antignano, non distante dal Rio Ardenza. Ieri nel torrente era stato trovato e salvato il marito, aggrappato a dei tronchi, a due chilometri dalla loro abitazione che si trova nel rione Collinaia. Si cerca ancora, invece, Gianfranco Tampucci, 67 anni.

Il bilancio ufficiale sale dunque a sette morti. Una ottava vittima, che alcuni collegano al nubifragio, in realtà è un uomo deceduto in un frontale non lontano da Livorno, ma l’incidente non è ancora stato collegato al maltempo. In nottata sulla città ha piovuto per circa un’ora poi ha smesso anche se il cielo è coperto di nuvoloni grigi.

E’ stata riaperta stamani anche in direzione Firenze la superstrada Firenze-Pisa-Livorno chiusa ieri a seguito degli allagamenti nella zona di Vecchiano (Pisa). Nella serata di ieri la superstrada era già stata riaperta in direzione Livorno.

“A Livorno invito tutte le istituzioni a collaborare senza fare polemiche, mettendo al centro la comunità”. Così il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni ha ricordato “la tragedia” avvenuta ieri a Livorno inaugurando una scuola nel Milanese. “Alle vittime va non solo il pensiero ma la solidarietà di tutto il Paese”, ha aggiunto.

Gli fa eco il ministro dell’Ambiente Galletti, per il quale serve un Centro meteo nazionale, che con linee guida rafforzerebbe il sistema. “Non credo che questa sia una emergenza, sarebbe sbagliato chiamarla emergenza…”, ha detto Galletti a Livorno, sottolineando che quanto accaduto ieri nella città toscana è il frutto “dei cambiamenti climatici e non solo. Come governo abbiamo stanziato milioni di euro per ripulire i fiumi e i tombini, questi soldi vanno spesi”. E a proposito delle polemiche sul codice di allerta, il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, ha detto: “Stanno cercando di mettermi in croce, anzi hanno già cominciato”. Ma il governatore Enrico Rossi fa sapere: “Non intendo proseguire con le polemiche, quello che si dovrà fare nei prossimi giorni vedremo”.

Livorno: nonno eroe, morto per salvare nipotino
(di Enrico Paradisi) –
Sei morti, tra cui un bambino di 4 anni, due persone ancora disperse, una giovane donna e un uomo che dopo un giorno di ricerche ancora non si trovano. E’ il bilancio dell’immane tragedia che si è abbattuta la notte scorsa su Livorno dopo una pioggia battente che è caduta ininterrottamente per quattro ore, dalle due alle sei, sulla città andando a colpire in particolare la zona sud e i quartieri intorno a Montenero. L’acqua e il fango nel buio della notte nelle loro case: sono morti così.

Quattro persone, quasi una intera famiglia – due soli i superstiti – sono morti nella stessa casa, al piano terra di un palazzo signorile a due passi dal lungomare. Altre due sulla zona ai piedi della collina di Montenero. Tra i morti c’è già un eroe: un nonno che dopo aver messo in salvo la nipotina si è rituffato nell’acqua limacciosa e buia per tentare di trarre in salvo anche il nipotino di quattro anni. Sono morti entrambi e con loro il babbo e la mamma dei piccoli.

La famiglia, Simone Ramacciotti di 37 anni, la moglie Glenda Garzelli, 36, ed il piccolo Filippo con la sorellina, il nonno Roberto Ramacciotti, 65 anni, e la moglie, vivevano al piano terreno di una palazzina dei primi del Novecento in viale Nazario Sauro, tra lo stadio e l’accademia navale, nella zona residenziale dell’Ardenza: una famiglia normale e conosciuta nel quartiere dove si affacciano villette liberty, con padre e figlio che lavoravano come assicuratori a Empoli. Di loro si sono salvati solo la bambina e la nonna. Il loro appartamento è al piano terra, ma il palazzo sorge in una zona più bassa rispetto al livello stradale, circondato da un giardino che ora è un campo di fango. L’acqua ha invaso l’appartamento in un batter d’occhio, sommergendo quasi per intero le stanze. E’ stato nuotando in quella che era la loro casa che il nonno è riuscito a salvare la piccola, aiutato da un vicino, e poi ha deciso di rituffarsi per cercare anche il nipotino, ma inutilmente: nessuno è più riemerso da quel lago domestico. L’onda di acqua e detriti veniva, secondo quanto ricostruito, da poco distante, dal Rio Maggiore, un torrente ‘tombato’ da decenni e che ha la propria foce in mare ad un centinaio di metri in linea d’aria.

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