Home » Camera Penale Crotone: La vicenda che ha interessato l’avvocato Pittelli, nelle ultime ore, è l’ipostatizzazione della mala giustizia in cui versa il Paese, da molto, troppo tempo.

Camera Penale Crotone: La vicenda che ha interessato l’avvocato Pittelli, nelle ultime ore, è l’ipostatizzazione della mala giustizia in cui versa il Paese, da molto, troppo tempo.

Redazione

La vicenda che ha interessato l’avvocato Pittelli, nelle ultime ore, è l’ipostatizzazione della mala giustizia in cui versa il Paese, da molto, troppo tempo.
L’avvocato Pittelli è stato attinto da misura cautelare in carcere emessa dal G.i.p. di Reggio Calabria nell’ambito del procedimento “Mala Pigna” sopraggiunta mentre il medesimo eseguiva la misura domiciliare con braccialetto elettronico nell’ambito del procedimento “Rinascita Scott”; l’avvocato ha dunque ottenuto l’annullamento della custodia e la sua sostituzione con la cautela domiciliare, ma ha fatto rientro presso la propria abitazione solo dopo tre, interminabili, giorni.
La causa del ritardo nell’esecuzione della scarcerazione pare debba essere imputata alla mancanza del braccialetto elettronico, da ripristinare nell’ambito del procedimento Rinascita Scott.
Incolpevolmente, dunque, l’avvocato Pittelli ha patito ingiustamente una postergazione di una custodia cautelare in carcere che non avrebbe mai dovuto essere applicata, e per questo ennesimo calvario la Camera Penale di Crotone esprime la propria solidarietà e vicinanza.
Ma di Giancarlo Pittelli ce ne sono ancora troppi, perché centinaia sono gli indagati e gli imputati che possono beneficiare della cautela domiciliare con il presidio elettronico aggiuntivo, ma, pur avendo riconosciuto il loro diritto in astratto, pur essendo scarcerabili “sulla carta”, rimangono invece ancora in carcere per giorni, settimane, mesi o anni, in attesa dei famigerati braccialetti.
Il braccialetto che indossava l’avvocato Pittelli prima di far ingresso in carcere è stato subito utilizzato per un altro detenuto in attesa di scarcerazione, perché nell’Italia del 2021 l’angoscia che attanaglia il detenuto è appena meno gravosa che del malato che attende un nuovo organo.

Articoli correlati