“Vogliamo ricostruire la storia e la memoria non solo di un luogo, di eventi e persone che, seppur orfani, sono stati figli della nostra città. Vogliamo creare consapevolezza, coscienza e senso critico in una comunità che vive il presente e si affaccia al futuro guardando i fondamenti della propria identità individuale e collettiva nel rispetto della vita e dell’esistenza di ogni essere umano”. Filippo Quartuccio, consigliere metropolitano delegato alla Cultura, spiega così il senso del progetto “Il Brefotrofio di Reggio Calabria tra storia e rinascita. Memoria ritrovata”, promosso dalla Città Metropolitana e che coinvolge le maggiori istituzioni archivistiche di ricerca e conservazione del territorio.
“Nei prossimi mesi – ha spiegato – proveremo a recuperare documenti, fotografie, testimonianze orali e materiali d’archivio per ricomporre la genesi e l’evoluzione dell’ex Brefotrofio provinciale, oggi sede del Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”, che rappresenta un luogo di profonda stratificazione storica e simbolica”. “Da struttura destinata all’accoglienza di neonati abbandonati e bambini in difficoltà – ha ricordato Quartuccio – è oggi custode di opere d’arte confiscate alla criminalità organizzata, trasformandosi in centro di promozione della legalità e della cultura. Tuttavia, la memoria della sua originaria funzione rischia di andare perduta e noi abbiamo l’obbligo di evitare che ciò possa accadere. Promuoveremo, quindi, una riflessione collettiva sulla storia dell’infanzia istituzionalizzata e sul valore del recupero sociale e culturale dei luoghi”.
“Lo faremo – ha spiegato il consigliere metropolitano – realizzando un archivio digitale e fisico della memoria del brefotrofio, recuperando testimonianze dirette e indirette di ex ospiti, operatori, residenti, studiosi, realizzando una mostra temporanea (fisica e virtuale) all’interno del Palazzo della Cultura, coinvolgendo le scuole, l’università e le associazioni locali in attività di ricerca e divulgazione e pubblicando un memoriale in grado di racchiudere e raccontare il senso di questo imponente lavoro di ricerca”.
“Non sarà affatto semplice – ha continuato Quartuccio – e, per questo, ci rivolgiamo ai reggini, agli ex ospiti del brefotrofio ed ai loro familiari, a studenti, ricercatori, storici, visitatori del Palazzo della Cultura ed associazioni per i diritti dell’infanzia e della memoria. Tutti insieme, attraverso uno sforzo collegiale, potremo davvero scrivere una delle pagine più significative della città. La Città Metropolitana, il Comune di Reggio Calabria, l’Archivio di Stato, l’Università Mediterranea, le associazioni e le scuole secondarie del territorio, il Ministero della Cultura saranno il motore pulsante di un progetto ambizioso che, necessariamente, ha bisogno del contributo di tutti”.
“Ogni informazione utile a ricostruire la memoria dell’ex Brefotrofio – ha proseguito Quartuccio – sarà raccolta in un apposito punto attivato presso il Palazzo della Cultura, dove il materiale sarà acquisito, digitalizzato e restituito ai legittimi proprietari. Oltre allo spontaneismo dei cittadini, servirà un’intensa attività di ricerca organizzata presso archivi civili, ecclesiastici, biblioteche attingendo da registri, atti notarili, corrispondenza e foto d’epoca. A questo si accompagnerà il recupero di testimonianze orali attraverso interviste audio-video a ex ospiti, educatori e operatori. L’intero materiale raccolto diventerà una mostra fotografica e documentaria, sarà al centro di eventi pubblici, conferenze e letture teatrali per finire, poi, in un apposito catalogo”.
“L’esperienza della mostra Trentatre stelline – ha ricordato ancora – è stata un primo seme che ha permesso di raccpntare un pezzetto di storia ed onorare la memoria dei piccoli ospiti dell’allora Brefotrofio, di 14 nutrici ed una monaca rimasti uccisi dai bombardamenti che colpiranno la struttura nel 1943. Esistenze alle quali vorremmo aggiungere tante altre storie per recuperare e conservare i processi di cambiamento, nelle diverse epoche, di un luogo simbolico”. “Ciò – ha aggiunto il consigliere delegato – allo scopo di aumentare la consapevolezza storica e civica nella comunità, di valorizzare il Palazzo della Cultura quale spazio di memoria e legalità, di stimolare il dialogo intergenerazionale e la ricerca storica partecipata. Ogni ricordo è un tassello fondamentale per comprendere e valorizzare il nostro passato”. “Dunque – ha concluso Quartuccio – facciamo appello a chi ha vissuto o conosciuto ospiti del brefotrofio, a quanti sono in possesso di fotografie, documenti o ricordi legati allo storico Palazzo per riannodare i fili del passato di un luogo che ha accolto centinaia di bambini e, oggi, è diventato un simbolo di cultura e rinascita”.